Newsletter 5 – 2016
Attrattività FER, l’Europa sprofonda
Ernst&Young fotografa la situazione degli investimenti nelle Fonti Energetiche Rinnovabili: Italia al 25° posto, salgono gli emergenti
Il venir meno degli incentivi sta facendo lentamente scivolare via l’Europa dalla parte alta della classifica del “Renewable Energy Country Attractiveness Indices” (RECAI), la classifica mondiale stilata periodicamente da Ernst&Young riguardante l’indice di attrattività per gli investimenti nelle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER).
L’Italia, che nel 2012 si trovava al 5°posto, sta ampiamente ricalcando il trend continentale ed è retrocessa fino al 12° nel 2014, al 15° nel 2015, e attualmente occupa la 25^ posizione. Quale può essere la causa di questa repentina discesa? La nostra nazione opera attivamente sui mercati esteri a conferma che certamente non ci mancano capacità imprenditoriali e tecnologiche, ma a peccare è l’inaffidabilità delle normative interne che non forniscono garanzie sul sistema di incentivazione.
Il podio dell’ultima edizione del RECAI rimane invariato con i tre colossi Usa, Cina e India a monopolizzare le prime posizioni, mentre si fanno largo gli altri paesi dell’America Latina con Cile, Brasile e Messico rispettivamente al 4°, 6° e 7° posto. Lo scorso anno, infatti, gli investimenti nelle energie rinnovabili nei Paesi emergenti hanno superato per la prima volta quelli nei Paesi industrializzati.
Tra i Paesi del vecchio continente, la Germania, con il 5°posto, è l’unica a resistere nelle posizioni di testa, mentre la Danimarca con il 15° è l’unica ad avanzare. Le rimanenti Francia, Regno Unito, Olanda e Belgio scivolano nell’ordine all’8°, 13°, 17° e 20° posto, lasciando spazio all’Australia (10°), Sud Africa (11°), Marocco (14°), Egitto (16°), Argentina (18°), Turchia (19°), Filippine (22°) e Perù (24°).
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Investimenti FER in Europa: ricerca di stabilità!
Il progetto DiaCore dipinge lo scenario europeo degli investimenti nel settore delle fonti energetiche rinnovabili
Le marcate differenze politiche, normative e amministrative tra i Paesi europei si riflettono inesorabilmente sui costi di investimento degli impianti da rinnovabili, che variano “enormemente” tra i membri dell’UE. per un parco eolico in terraferma, la Wacc (costo medio ponderato del capitale) va dal 3,5% della Germania al 12% della Grecia, il costo del capitale proprio dal 6% tedesco ad oltre il 15% di Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Romania e Slovenia e il costo del debito dall’1,8% sempre della Germania al 12,6% ancora della Grecia.
Questo è il quadro fornito dal rapporto in cui sono contenute le conclusioni del progetto DiaCore sviluppato da Fraunhofer Isi, Ecofys, Eclareon, Epu-Ntua, Lei e TU Wien per conto della Commissione Ue. Secondo il rapporto, la percezione del rischio da parte degli investitori, che per centrare i target UE al 2020 per le FER dovranno mettere in campo 60-70 miliardi di euro all’anno, è influenzata da numerosi fattori. Il primo è senza dubbio il quadro normativo e gli improvvisi mutamenti politici (vedi anche Brexit), per arrivare alle procedure autorizzative e all’accesso alla rete. Su tutti svetta però il tipo di sistema di sostegno (conto energia, premi, aste etc.), determinante per la definizione del livello di rischio dei progetti. In questo quadro, rileva il rapporto, le politiche hanno un ruolo fondamentale nella mitigazione del rischio di investimento, tanto che se le pratiche adottate dai Paesi “primi della classe” si diffondessero in tutta la UE si avrebbe un risparmio del 15% a parità di potenza realizzata. In altri termini, i Governi europei dovrebbero fornire la massima chiarezza e stabilità in materia di procedure e normative.
Per l’Italia, in particolare, i rischi individuati sono, nell’ordine, quelli di tipo amministrativo, di struttura normativa, di accesso alla rete, di finanziamento, di improvvisi mutamenti normativi, di regolazione, di accettazione sociale e, infine, tecnico-gestionali.
Venendo ai dati forniti dal progetto DiaCore, che prendono a riferimento l’eolico onshore, l’Italia risulta nella media UE. Sul fronte del rapporto indebitamento/patrimonio (debt/equity), la Penisola sconta tuttavia un sensibile gap con i Paesi più virtuosi: 65/35, contro l’80/20 di Germania e Francia, il 75/25 del Regno Unito e il 70/30 della Polonia. Proprio i quattro Paesi che hanno installato nel 2015 la maggiore capacità eolica: 6.013 MW, 1.073 MW, 975 MW e 1.266 MW rispettivamente, mentre l’Italia si è fermata a 295 MW.
La Provincia ti incentiva ad avere una casa efficiente!
Sono stati stanziati oltre 1 milione di euro di incentivi destinati a condomini e abitazioni private
L’Assessorato alle Infrastrutture e all’Ambiente della Provincia Autonoma di Trento ha emanato in data 20 maggio due importanti delibere che prevedono agevolazioni economiche per condomini e abitazioni private che intendano attuare misure ed interventi di efficienza energetica. La somma stanziata per l’anno in corso è di oltre 1 milione di euro ripartita nelle varie tipologie di interventi.
Per quanto riguarda i condomini, i requisiti per presentare la domanda è essere composti da più di cinque unità abitative, possedere un amministratore condominiale ed avere una data di costruzione antecedente al 1991.
I condomini che intendono usufruire di tali incentivi possono scegliere fra tre opzioni di intervento:
• Opzione 1 – diagnosi energetica: prevede l’analisi dell’edificio e dello stato di salute del condominio. Una volta terminata questa prima parte, i condomini valutano se procedere o meno con lo step successivo. La Provincia interviene con un rimborso del 50% dei costi sostenuti per la diagnosi energetica.
• Opzione 2 – diagnosi energetica + progettazione: il condominio, una volta terminata la diagnosi, decide di procedere con la realizzazione di almeno uno degli interventi proposti, ricevendo un contributo che copre il 100% dei costi sostenuti per la diagnosi. Inoltre, si riceverà un contributo pari al 90% delle spese derivanti dall’attività di progettazione, direzione lavori e assistenza tecnica necessarie per l’esecuzione dell’intervento. Il contributo verrà erogato purché le spese dei lavori di intervento non eccedano di oltre il 10% dal valore stimato nella diagnosi.
• Opzione 3 – diagnosi+progettazione+mutuo: il condominio procede con gli interventi richiedendo un contributo sulla diagnosi e progettazione e anche uno sugli oneri per il mutuo con una banca convenzionata con la Provincia. In questo caso la Provincia potrà riconoscere fino al 90% dell’onere assunto dal condominio per interessi attualizzati (tasso fisso), oltre eventuali interessi di preammortamento in base alla complessità dell’intervento eseguito.
La spesa massima relativa alla progettazione e l’assistenza non può essere superiore a 30.000 euro, mentre la spesa minima ammissibile per l’intervento non può essere inferiore a 2.000 euro. Un ulteriore 5% è conseguibile in presenza dell’approvazione unanime degli interventi da parte dell’assemblea condominiale e gli interventi ammessi a contributo sono i seguenti:
• ristrutturazione importante di primo livello;
• ristrutturazione importante di secondo livello;
• riqualificazione energetica;
• installazione di pannelli solari termici.
Per le abitazioni private la delibera prevede che la Provincia assumerà a proprio carico gli oneri degli interessi derivanti dall’anticipazione delle detrazioni d’imposta, previste dalle disposizioni statali, per le spese relative agli interventi di ristrutturazione e di riqualificazione energetica, per coloro che realizzano interventi sulle case di abitazione.
Attualmente la detrazione fiscale statale è ammessa sul 50% delle spese di ristrutturazione edilizia (limite massimo di detrazione pari a 48.000 euro per ciascuna unità immobiliare) e del 65% in caso di riqualificazione energetica (limiti massimi di detrazione di 100.000, 60.000 e 30.000 euro a seconda della tipologia di intervento).
Il contributo permetterà di finanziare gli oneri corrispondenti agli interessi relativi ad un contratto di mutuo stipulato con uno degli istituti di credito convenzionati per un importo di almeno 10.000 euro. Il contributo totale è suddiviso e concesso in dieci rate di pari importo, su una spesa minima di 20.000 euro.
Le domande di contributo saranno ammesse secondo l’ordine cronologico di presentazione e potranno essere presentate a partire dal 1 luglio e fino al 30 novembre da parte di persone residenti in Trentino e proprietarie dell’edificio ad uso abitativo costruito sul territorio provinciale, in cui sono previsti gli interventi di ristrutturazione e/o riqualificazione energetica che lo Stato ammette a detrazione d’imposta.
Nuovo elettrodotto fra Sicilia e Calabria
Possibili ricadute economiche sui prezzi dell’energia elettrica
Lo scorso 28 maggio è stato inaugurato l’elettrodotto “Sorgente-Rizziconi”, il collegamento elettrico che unisce finalmente dopo varie proteste degli ambientalisti, Sicilia e Calabria. La lunghezza complessiva dei cavi è di 105 km, di cui 38 km sotto il mare che rappresentano la conduttura in corrente alternata di questo tipo più lunga del mondo.
Grazie alla realizzazione di quest’opera ora l’intero Paese è elettricamente connesso da nord a sud e la capacità di trasporto da Rossano nel calabrese, alla Sicilia è passato da 100-300 MW a 1.100 MW! Questo consente di gestire gli “ingorghi” che si creano nella rete nazionale e di far fronte ai picchi di fabbisogno elettrico delle varie zone della penisola. Saranno sfruttate maggiormente le centrali a fonti rinnovabili e gli impianti eolici della Sicilia, mentre le centrali termoelettriche “di soccorso” a combustibili fossili, tenute in funzione a basso carico sempre pronte ad intervenire nei momenti di bisogno, potranno essere definitivamente chiuse.
Il consistente investimento di oltre 700 milioni di euro da parte di Terna ha impegnato oltre 150 aziende di cui il 90% italiane per un totale di oltre 2.000 lavoratori coinvolti.
Le stime annuali parlano di oltre 600 milioni di euro di risparmi sulle bollette dei consumatori e all’incirca 700mila tonnellate di CO2 in meno emesse in atmosfera. Si assisterà ad un progressivo allineamento dei prezzi dell’energia elettrica fra le varie zone d’Italia in cui è suddiviso il mercato elettrico, e ad un abbassamento generale del Prezzo Unico Nazionale (PUN).
Come visibile infatti nella figura sottostante, il prezzo zonale di vendita delle regioni del sud ed in particolar modo della Sicilia è storicamente molto più alto rispetto alla media nazionale.
Corso di formazione “Conoscere il mercato del gas naturale”
Proseguono i nostri corsi di formazione e lo scorso 8 giugno PTE ha presentato a BIT Energia il mercato del gas
La formazione e il continuo aggiornamento è uno degli aspetti fondamentali che Polo Tecnologico per l’Energia persegue fin dalla nascita della società. Essere sempre al corrente delle ultime novità rientra negli obiettivi dell’azienda, nonché dei collaboratori di PTE ed è inoltre un requisito indispensabile per essere sempre competitivi nei settori in cui opera.
Fra i tanti servizi che è in grado di offrire la nostra società c’è anche la formazione. Periodicamente PTE organizza e partecipa a convegni con tematiche relative l’efficienza energetica, la progettazione ed il mercato dell’energia.
Oltre a questi incontri aperti ad aziende, amministrazioni pubbliche o a chiunque ne è interessato, PTE organizza corsi di formazione su richiesta dei propri clienti e partner con programmi specifici e dedicati.
L’ultimo di questi appuntamenti organizzati da PTE si è svolto lo scorso 8 giugno con una mattinata dedicata al mercato del gas naturale. Il corso è stato tenuto dall’ing. Alessandro Rossi, responsabile dell’area mercato dell’energia, che ha illustrato ai collaboratori di BIT Energia gli aspetti principali che riguardano la negoziazione del gas naturale nel mercato libero.
Questi sono sinteticamente gli argomenti trattati:
• mercato libero e mercati vincolati: differenze e peculiarità;
• mercato elettrico e mercato del gas: differenze e analogie;
• Struttura di una fattura del gas
• mercati di riferimento;
• analisi delle condizioni accessorie dei contratti di fornitura;
• come si verifica una bolletta.
Il corso è terminato infine con uno spazio dedicato alle domande ed al confronto che si è rivelato molto utile ed esaustivo per tutti i corsisti.
BIT Energia è una società che offe servizi nel settore energetico a favore delle Banche di Credito Cooperativo (BCC) e PTE collabora costantemente con questa e altre realtà sul territorio.
Sanzioni Decreto 102/2014: in arrivo le prime sanzioni per mancata consegna della diagnosi energetica
Il Ministero dello Sviluppo Economico sta verificando i dati trasmessi all’ENEA
A distanza di qualche mese dal termine fissato per la consegna delle diagnosi energetiche, il Ministero dello Sviluppo Economico sta individuando i soggetti obbligati che non hanno trasmesso il report di diagnosi all’ENEA entro il 22 dicembre 2015.
I soggetti interessati ai controlli da parte del Ministero sono le imprese cosiddette “energivore” iscritte nell’elenco annuale della CSEA ai sensi del DM 5/4/2013 e le grandi imprese. Con riferimento a queste ultime, si ricorda che sono grandi imprese quelle con un numero di occupati superiore a 250, oppure con un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro e un totale di bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro.
Inoltre è importante sottolineare che ricadono nella definizione di “grande impresa” anche le imprese per cui:
• almeno il 25% del proprio capitale o dei propri diritti di voto sia detenuto direttamente o indirettamente da un ente pubblico (oppure congiuntamente da più enti pubblici);
• aggiungendo ai propri dati i medesimi dati di un’impresa a cui è associata in proporzione alla percentuale di partecipazione, raggiunge i requisiti sopra esposti per essere considerata grande
• impresa (tenendo in considerazione che un’impresa viene definita associata quando detiene da sola o insieme a una o più imprese collegate una partecipazione uguale o superiore al 25% del capitale o dei diritti di voto di un’altra impresa);
• sia collegata ad un altra grande impresa, ricordando che esse sono collegate nel caso in cui una di essa detenga mediante il controllo diretto o indiretto la maggioranza dei diritti di voto o di capitale dell’altra;
Tali soggetti stanno ricevendo una comunicazione con la quale il Ministero segnala la mancata trasmissione all’ENEA della diagnosi energetica e invita l’impresa a provvedere all’invio della stessa entro 5 giorni lavorativi dal ricevimento dell’avviso.
Trascorsi i 5 giorni senza alcun provvedimento da parte dell’impresa, ai sensi dell’articolo 16 del D.Lgs 102/2014 e del punto 6 dei Chiarimenti del Mise del maggio 2015, scatta una sanzione amministrativa pecuniaria variabile da 4.000 a 40.000 euro, oltre all’obbligo di consegna della diagnosi entro sei mesi dalla sanzione.
Contratti di fornitura: cambiano le modalità di recesso
Importanti novità riguardano i contratti di fornitura in merito ai tempi e le modalità di recesso
Lo scorso 9 giugno l’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico ha emanato la delibera n.302/2016/R/com che andrà a sostituire, a partire dal 1 gennaio 2017, la precedente delibera n.144 del 2007 riguardante le modalità e tempistiche relative al recesso dai contratti di fornitura.
Sono interessati i seguenti clienti finali:
• energia elettrica: utenze domestiche e utenze non domestiche alimentate in bassa tensione;
• metano: utenze domestiche e non domestiche limitatamente ai punti con consumi annui complessivamente inferiori a 200.000 Sm3
Le modifiche saranno valide anche per i contratti stipulati in data precedente al 1 gennaio 2017.
La delibera attuale, relativamente ai termini di preavviso per l’esercizio di diritto di recesso, prevede che in caso di cambio del fornitore, il recesso sia esercitato in accordo con un preavviso temporale che varia a seconda del tipo di cliente finale. In particolare, per quelli domestici non può essere superiore ad un mese, mentre, per quelli non domestici, non può essere superiore a tre mesi.
A partire dal prossimo anno tale periodo si riduce e il fornitore uscente dovrà ricevere la comunicazione entro e non oltre il giorno 10 del mese precedente la data di cambio del fornitore.
Per le imprese significa passare da un fornitore all’altro non più in 3 mesi, ma in 21 giorni.
Il recesso per cambio fornitore potrà infine essere esercitato dal cliente finale, in qualsiasi momento, rilasciando al nuovo fornitore apposita procura a recedere, per suo conto e in suo nome, dal contratto col venditore uscente. Il fornitore entrante avrà quindi l’obbligo di gestire il recesso.
Nuovi incentivi economici: in arrivo 20 milioni di euro per l’efficienza energetica
La Regione Veneto ha stanziato importanti contributi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici
La Regione Veneto, nell’ambito del POR FESR 2014/2020, ha emesso un bando per il sostegno mediante procedura a sportello di interventi realizzati da enti locali per l’efficienza energetica di edifici di proprietà pubblica a destinazione non residenziale.
Possono presentare domanda Comuni, Unioni di Comuni o associazioni di Comuni, Consorzi cui partecipano i medesimi, Unioni Montane, Province e Città Metropolitane.
La dotazione finanziaria complessiva è pari a 20 milioni di euro. L’incentivo prevede un contributo a fondo perduto, pari all’80% della spesa ammissibile (che sale al 100% solo per la trasformazione dell’edificio in edifico ad energia quasi zero).
Ad eccezione degli edifici a energia quasi zero, i contributi assegnati sono cumulabili per le medesime spese riconosciute ammissibili anche con altre forme di sostegno pubblico, qualsiasi sia la denominazione e la natura, purché nei limiti del 100% della spesa ammessa a contributo.
Gli interventi di efficientamento energetico ammissibili sono, a titolo puramente esemplificativo: coibentazione dell’involucro edilizio, sostituzione dei serramenti, pareti ventilate, opere per l’ottenimento di apporti termici gratuiti, sistemi schermanti, ristrutturazione dell’impianto termico, del sistema di distribuzione, di regolazione ed eventuale contabilizzazione del calore, impianto alimentato da fonte rinnovabile per autoconsumo, domotica, impianto di illuminazione, rete di teleriscaldamento. Il bando prevede numerosi requisiti, questi i principali:
• l’edificio deve avere una superficie utile superiore a 500 m², ed essere dotato di APE attestante la classe G;
• essere predisposti sulla base e in coerenza con una diagnosi energetica (D.lgs. 102/2014);
• prevedere una riduzione di almeno il 10% dell’indice del consumo di energia primaria globale totale dell’edificio rispetto a quello dello stato di fatto e conseguire comunque un miglioramento dell’indice di efficienza energetica dell’edificio oggetto dell’intervento di almeno due classi energetiche;
• prevedere l’adeguamento l’edificio allo standard di NZEB, in caso di “ristrutturazione importante di primo livello”;
• prevedere l’utilizzo dell’energia prodotta esclusivamente per autoconsumo;
• comportare una spesa complessiva ammissibile a contributo non inferiore a € 100.000 e non superiore a € 1.000.000.
La domanda va inviata per via telematica entro il 23.09.2016.
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