Newsletter 6 – 2017
Dichiarazione anno 2016 per imprese energivore
Definite disposizioni operative per le imprese energivore per l’anno di competenza 2016
Il 28 settembre 2017 l’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI) ha pubblicato la Delibera N.655/2017/R/eel che stabilisce le disposizioni operative per le imprese a Forte Consumo di Energia Elettrica (IFCEE) per l’anno di competenza 2016. Per inviare le dichiarazioni 2016 è necessario utilizzare il portale web della CSEA (Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali) che aprirà entro il 16 ottobre 2017.
Dalla data dell’apertura del portale le Imprese avranno tempo 45 giorni per inviare la dichiarazione. Decorso tale termine, la dichiarazione non potrà dare luogo al riconoscimento di agevolazioni.
Entro 30 giorni dal termine della raccolta delle dichiarazioni, la CSEA pubblicherà l’Elenco delle Imprese a Forte Consumo di Energia per l’anno 2016.
Rispetto alla Dichiarazione per l’anno 2015 non dovranno essere presentate informazioni relative al sistema SEU/SEESEU, mentre per il dato del VAL (Valore Aggiunto Lordo), si attende ancora un pronunciamento da parte dell’Autorità. Essere energivori permetterà di ricevere l’agevolazione e di appartenere alla cosiddetta “Classe IFCEE” (utenti che godranno di tariffe agevolate dedicate alle imprese a forte consumo di energia elettrica) prevista dalla nuova struttura degli oneri generali di sistema, definita dalla delibera 481/2017/R/eel.
Come per il contributo relativo all’anno 2015, da poco erogato, il calcolo del contributo è fatto in base a parametri trimestrali (Q = Quarter) fissati dall’Autorità e che riportiamo nella pagina successiva.
Polo Tecnologico per l’Energia resta a disposizione per fornire il supporto necessario nella corretta presentazione della dichiarazione. Contattaci per ulteriori informazioni.
Titoli di Efficienza Energetica: sono cambiate le regole!
Con l’inizio di ottobre 2017 si è chiuso un capitolo e si volta pagina
I Titoli di Efficienza Energetica (TEE) o Certificati Bianchi sono titoli negoziabili che certificano i risparmi negli usi finali dell’energia elettrica e termica derivanti da interventi di incremento dell’efficienza energetica.
Dopo un periodo di transizione durato qualche mese, il meccanismo precedente è definitivamente decaduto e non può più essere applicato, comprese tutte le schede di tipo standard ed analitico che il GSE ha ritirato. Di fatto si potrà applicare solo il decreto interministeriale 11 gennaio 2017, che ha introdotto importanti novità nei criteri, condizioni e modalità di richiesta dei TEE al Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Restano invariate le regole di richiesta dei TEE derivanti dalla CAR (Cogenerazione ad Alto Rendimento), da sempre stabilite con una specifica legislazione (D.M. 5/9/11 e s.m.i.).
Fra le principali novità del nuovo sistema, si segnala l’obbligo di presentare al GSE la richiesta dei TEE prima dell’inizio dei lavori di realizzazione dell’intervento: dunque, la pratica va pianificata per tempo e inoltrata già in fase progettuale.
Il nuovo decreto ha inoltre eliminato il coefficiente moltiplicativo “tau”, per cui ora ad ogni Tonnellata Equivalente di Petrolio (TEP) risparmiata corrisponde un TEE (1 TEP = 1 TEE). A fronte di questa scelta, si deve segnalare che il periodo di concessione dei TEE è stato prolungato e ora è compreso dai 7 ai 10 anni in funzione della tipologia di intervento.
Con il nuovo meccanismo, le modalità di valutazione dei risparmi energetici e di richiesta dei TEE sono state ridotte a due: progetti a consuntivo (PC) e progetti standardizzati (PS). Per il metodo standardizzato si è in attesa della pubblicazione di apposite schede, che dovranno guidare il proponente nel calcolo dei TEE. In ogni caso, entrambi i metodi prevedono misurazioni dirette dei consumi energetici e di eventuali altri parametri. A tal riguardo, in linea del tutto generale, per la definizione della baseline di riferimento, il decreto richiede misure pre-intervento di 12 mesi, ma si potrà optare per effettivi periodi di monitoraggio più brevi, giustificando la scelta in base alle caratteristiche dei contesti specifici. A tal proposito potrebbe tornare utile la pianificazione e l’installazione di sistemi di monitoraggio delle principali utenze/componenti ausiliarie come richiesto per soddisfare l’obbligo delle diagnosi energetiche, vedasi relativo articolo.
Si ricorda infine che le soglie minime di risparmio energetico sono state fissate pari a 5 TEP/anno per i progetti standardizzati e 10 TEP/anno per i progetti a consuntivo.
Nel frattempo, le difficoltà incontrate nell’ottenimento dei TEE, insieme ad una certa incertezza legata alle novità legislative del settore, hanno determinato negli ultimi mesi un sensibile incremento dei prezzi di vendita dei Titoli. Se dal 2010 al 2015 i prezzi si sono attestati nell’ordine dei 100 €/TEE, dall’inizio del 2016 il loro valore ha iniziato a salire. Ma è soprattutto nel 2017 che si è registrata la crescita maggiore, fino al raggiungimento di valori intorno ai 350 €/TEE a settembre.
Non è prevedibile per quanto tempo i prezzi potranno restare su questi livelli. In ogni caso è chiaro che l’incentivo economico dei TEE è sempre più determinante nell’agevolare il tempo di ritorno degli investimenti negli interventi di efficienza energetica.
I finanziamenti dell’efficienza energetica nelle bollette energetiche degli italiani
Nel 2016 sono stati erogati circa 1,4 miliardi di euro di finanziamenti
Secondo quanto previsto dal DM 28/2012, le aziende distributrici di energia elettrica e gas hanno l’obbligo di conseguire risparmi energetici negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento di efficienza energetica raggiungendo annualmente determinati obiettivi quantitativi di risparmio di energia primaria. Esse possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai certificati bianchi oppure acquistando i TEE da altri soggetti sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica organizzato dal GME. Il GSE, tra i propri ruoli, ha quello di rimborsare i costi sostenuti da questi soggetti, cosiddetti, obbligati per il conseguimento dei risparmi sopra citati.
Con la comunicazione 19 settembre 2017, il GSE ha trasmesso il contributo tariffario definitivo da erogare, per il 2016, ai distributori di energia elettrica e gas per l’adempimento degli obblighi nell’ambito del meccanismo dei certificati bianchi. Tale contributo ammonta a 1,383 miliardi di euro, di cui circa 768 milioni di euro coperti dalla componente tariffaria UC7, che alimenta il conto oneri derivanti da misure ed interventi per la promozione dell’efficienza energetica negli usi finali dell’energia e 615 milioni di euro coperti dalla componente tariffaria RE, che alimenta il fondo per misure ed interventi per il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore del gas naturale.
Le componenti UC7 e RE sono componenti presenti in tutte le bollette dell’energia elettrica e del gas naturale e quindi l’onere per gli interventi di efficienza energetica riguardante trasporti, industria, illuminazione e riscaldamento è sostenuto dalla collettività.
Si riporta l’andamento delle due componenti a partire dall’anno 2014. Come si può notare, anche se i valori sono piuttosto contenuti rispetto al totale delle componenti, gli incentivi all’efficienza energetica hanno fatto aumentare considerevolmente i valori.
Il monitoraggio dei consumi: opportunità ma anche obbligo
Molte le imprese interessate già a partire dal 2018
Come è noto, il decreto legislativo 102/2014 – di recepimento della direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza energetica – prevede l’obbligo di diagnosi energetica per le grandi imprese e le imprese a forte consumo di energia ogni quattro anni a partire dal 2015: ciò vuol dire che la diagnosi effettuata nel 2015 dovrà essere ripetuta entro il 5 dicembre 2019, pena il pagamento di una sanzione amministrativa variabile da 4.000 € a 40.000 €. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha poi espressamente chiarito la necessità di ripartire i consumi energetici dell’azienda per unità funzionale, al fine di redigere una diagnosi il più possibile aderente alla realtà del sito e proporre interventi di efficienza mirati. In particolare, i chiarimenti del Ministero prevedono quanto segue: “In primis l’azienda viene suddivisa in aree funzionali. Si acquisiscono quindi i dati energetici dai contatori generali di stabilimento e, qualora non siano disponibili misure a mezzo di contatori dedicati, per la prima diagnosi, il calcolo dei dati energetici di ciascuna unità funzionale viene ricavato dai dati disponibili”. Ciò significa che, mentre per la prima diagnosi (quella del 2015) sono state ammesse delle stime per ripartire i consumi totali elettrici e termici fra le diverse unità interne, dalla seconda diagnosi (quella del 2019) in poi la suddivisione dei consumi dovrà avvenire sulla base di dati misurati da appositi strumenti.
Ciò per evitare che la seconda diagnosi diventi una mera riproposizione della prima: l’intento è quello di far sì che l’analisi energetica sia l’occasione per acquisire i dati indispensabili ad avviare un processo di efficienza e non resti un semplice adempimento burocratico fine a sé stesso. Si fa inoltre presente che l’attività di monitoraggio dei consumi è diventata anche una pratica necessaria per il riconoscimento dei Titoli di Efficienza Energetica da parte del GSE.
Nel maggio 2017 l’ENEA ha pubblicato le linee guida per il monitoraggio dei consumi, che sono a supporto delle aziende con l’obbligo di diagnosi e forniscono una serie di precisazioni su come e cosa dovrà essere misurato per poter redigere nel 2019 una diagnosi conforme ai requisiti di legge e non incorrere in sanzioni. Si sottolinea che le linee guida non sono, per ora, vincolanti, ma sono state redatte dallo stesso ente preposto a certificare la conformità della diagnosi, pertanto è caldamente consigliabile tenerle in considerazione. Va altresì fatto presente che le esperienze passate ci insegnano che, il più delle volte, la successiva legge ricalca in maniera significativa le precedenti linee guida.
Le linee guida precisano che le misure dovranno essere effettuate nell’anno solare precedente a quello di obbligo di diagnosi: per aggiornare la diagnosi nel 2019, si renderà dunque necessario installare entro l’inizio del 2018 un adeguato sistema di monitoraggio. In particolare, “I siti che risultano essere soggetti, per la prima volta, all’obbligo di DE nel corso dell’anno n (e che sono quindi risultati Grande Impresa per gli anni n-1 e n-2) devono possedere un sistema di monitoraggio (…) che risulti attivo dal 01/01/n+3”. Quindi un sito che ha fatto la diagnosi nel 2015 deve attrezzarsi per implementare un sistema di monitoraggio già attivo dal 01/01/2018.
Quando il fornitore abbandona il cliente
Sono giorni burrascosi per alcune aziende che da un giorno all’altro rischiano di entrare nel mercato di salvaguardia, con costi nettamente più alti
Da qualche settimana, alcune imprese industriali, hanno ricevuto dai propri fornitori, lettere di disdetta del contratto dell’energia elettrica. Secondo quanto apparso sui giornali, gli operatori che, ad oggi, risultano coinvolti, sono i seguenti:
Questi fornitori, con una lettera dei primi giorni di ottobre 2017, hanno comunicato ad alcuni loro clienti che garantiranno la fornitura fino al 31 ottobre 2017 e che avranno tempo fino al 10 ottobre 2017 per scegliersi un altro fornitore nel mercato libero. Chi non lo farà, andrà in automatico nel mercato di salvaguardia, con prezzi pari al PUN (prezzo della Borsa elettrica) maggiorato di uno spread variabile da 16,00 €/MWh (Lombardia) a 84,79 €/MWh (Calabria), oltre al corrispettivo CSAL pari a 5,00 €/MWh. Va chiarito che non si tratta di interruzioni di fornitura, ma di una disdetta unilaterale che comporterà un aumento dei costi energetici delle imprese coinvolte, che per i due mesi rimanenti del corrente anno dovranno cercarsi un nuovo fornitore.
Tra i motivi addotti dai fornitori sono l’eccessiva onerosità sopravvenuta e la variazione nella disciplina del bilanciamento, uno dei meccanismi del mercato energetico che vanno a concorrere alla formazione dei costi sostenuti dai fornitori.
Rimane ad ogni modo il sospetto che i fornitori, in sede di trattativa con il cliente, abbiano offerto dei prezzi troppo bassi o che abbiano provato a speculare togliendo ogni correlazione tra attività di vendita e di approvvigionamento, sperando in un calo dei mercati (evento che non si è verificato).
Nessuna delle imprese seguite da PTE si è trovata in questa difficile situazione perché non sono stati stipulati contratti con i suddetti fornitori. Infatti, va altresì sottolineato come PTE esegua una verifica di affidabilità dei fornitori tramite analisi delle visure camerali, sondaggi presso loro clienti in fornitura e con il monitoraggio di ogni notizia utile (riviste specializzate e non, rumors, ecc).
PTE ricerca le migliori condizioni (prezzo e condizioni accessorie) per i propri clienti solamente tra un elenco di fornitori precedentemente selezionati, fornendo quindi un importante valore aggiunto nella fase di trattativa, così che il cliente possa scegliere l’eventuale fornitore senza nessuna preoccupazione.
Piano Provinciale per la Mobilità Elettrica per la Provincia Autonoma di Trento
Stanziati dalla Giunta provinciale più di 20 milioni di euro in cinque anni proprio in occasione della “Settimana europea della mobilità sostenibile”
Il 22 settembre è stato definitivamente approvato il Piano Provinciale per la Mobilità Elettrica (PPME), che era già stato adottato preliminarmente in giugno. Al convegno di presentazione è intervenuto anche il prof. ing. Maurizio Fauri, docente di Sistemi Elettrici per l’Energia dell’Università degli Studi di Trento nonché socio del Polo Tecnologico per l’Energia, che ha contribuito attivamente con il suo supporto tecnico alla realizzazione del PPME. Infatti il Polo Tecnologico per l’Energia ha svolto un ruolo determinante definendo i gli standard tecnici, i criteri per la localizzazione delle stazioni di ricarica e le linee guida per la realizzazione dell’infrastruttura sul territorio in materia di mobilità elettrica.
Gli obiettivi del PPME sono la riduzione delle emissioni di gas serra e delle emissioni atmosferiche riferibili al settore dei trasporti (CO2, PM10, PM2.5, NO2, ecc.), la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento acustico, il miglioramento della qualità dell’ambiente a beneficio dei cittadini, dell’economia e della società, congiuntamente al far divenire il Trentino un territorio ancora più attrattivo grazie alla riduzione delle emissioni, a vantaggio di tutti.
Per raggiungere questi obiettivi il PPME indica alcune azioni concrete da intraprendere:
• definizione di strumenti regolatori e di disposizioni tecnico-normative specifiche;
• incentivazione del rooming delle ricariche promuovendo il “contatore virtuale” in modo che il singolo utente possa assorbire da diversi sistemi di ricarica sul territorio provinciale, vedendosi addebitare il relativo costo sul proprio conto contrattuale, privato od aziendale;
• agevolazione della realizzazione delle infrastrutture di ricarica che, data la relativamente limitata autonomia dei veicoli elettrici, rappresenta attualmente il maggior ostacolo alla diffusione della mobilità elettrica;
• incentivazione economica dell’acquisto di veicoli elettrici e possibilmente anche dell’energia elettrica utilizzata per la mobilità (dalle bici fino al trasporto merci);
• l’incremento del servizio di bike sharing pubblico con biciclette a pedalata assistita, come estensione ed integrazione del TPL (Trasporto Pubblico Locale), negli ambiti più densamente popolati o maggiormente frequentati dai turisti;
• l’incentivazione dell’acquisto di cargo bike a pedalata assistita per la consegna delle merci in ambito urbano.
Al momento in Trentino sono presenti di più di 70 colonnine di ricarica installate e di circa 1.000 veicoli elettrici immatricolati. Nel concreto sono stati stanziati, per i prossimi 5 anni, investimenti pari a circa 20 milioni di euro per l’installazione di colonnine di ricarica elettrica pubbliche o private, contributi per l’acquisto di veicoli elettrici, di biciclette e di cargo bike a pedalata assistita nell’ambito di progetti aziendali, in particolare a sostegno degli spostamenti casa-lavoro e la fornitura a prezzo agevolato dell’energia elettrica per la ricarica dei veicoli.
Il Piano rientra in un progetto di più ampio respiro e a lungo termine che prevede di accompagnare il cambiamento degli stili di vita e di modalità abituali di spostamento attraverso interventi concreti e realizzabili in tempi certi.
Anche quest’anno il Premio Bernoni è stato un successo!
Grande partecipazione delle imprese per il riconoscimento nazionale al risparmio e all’efficienza energetica
Il 21 settembre si è svolta a Milano la cerimonia di premiazione per l’ottava edizione del Premio Good Energy Award 2017, promosso da Bernoni Grant Thornton. Il premio Bernoni è il primo riconoscimento nazionale dedicato a valorizzare i progetti e le politiche di risparmio ed efficienza energetica adottate dalle imprese italiane e per quest’anno una delle novità è stata l’introduzione della categoria speciale dedicata al comparto Aerospaziale, che va ad affiancare le tre categorie delle altre edizioni dedicate ai settori Agroalimentare, Industria e Servizi.
La Giuria indipendente del Premio è stata presieduta dal prof. ing. Maurizio Fauri, socio del Polo Tecnologico per l’Energia, che insieme agli altri 4 componenti della giuria, ha proclamato i vincitori secondo i seguenti criteri: l’impegno profuso, le risorse e le tecnologie impiegate, i ritorni economici, il valore per il territorio, la collettività e gli stakeholder aziendali, nonché la ricerca di una sempre maggiore efficienza energetica.
L’iniziativa è stata rivolta a tutte quelle imprese che:
• nel corso degli ultimi anni abbiano attuato progetti, politiche ed investimenti monitorabili o che si siano distinte nella ricerca e sviluppo, finalizzati alla sostenibilità ambientale e a tutto quanto coincida con una significativa riduzione della componente energetica;
• si siano distinte attraverso il miglioramento della performance dei prodotti (principalmente in termini di efficienza energetica e di minor impatto ambientale) e il miglioramento degli impatti ambientali (energia, emissioni, rifiuti) dei processi;
• si siano distinte per la continua ricerca della sostenibilità ambientale con riferimento a tutta la catena aziendale;
Alla conclusione della selezione i vincitori dell’ottava edizione del Premio Bernoni sono stati i seguenti:
1. Agroalimentare: Ferrari Farm Società Agricola Srl
2. Industria: Greenrail Srl
3. Terziario: Giunko Srl
4. Aerospaziale: Argotec Srl
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